Il fior di latte è un dolce al cucchiaio tipico della tradizione bolognese, amato per la sua semplicità e delicatezza. Questo dessert affonda le sue radici nelle cucine delle nonne, che con pochi ingredienti disponibili riuscivano a creare piatti squisiti e genuini. Il fior di latte è un dolce povero, ma di grande impatto, che veniva preparato soprattutto nelle campagne e, in alcuni casi, anche per celebrare occasioni importanti come i matrimoni.
Caratterizzato da una consistenza morbida e vellutata, il fior di latte racchiude il sapore intenso del latte fresco, arricchito dall'aroma di vaniglia e dal tocco inconfondibile dell'amaretto o della mandorla amara. Questi ingredienti conferiscono al dolce un profumo avvolgente, capace di rievocare le atmosfere di una volta, quando i dessert venivano preparati con amore e pazienza, spesso come atto di generosità per la famiglia o gli ospiti.
Una delle caratteristiche distintive del fior di latte è la sua cottura a bagnomaria, che lo rende così soffice e uniforme. Anticamente, chi non aveva a disposizione moderni strumenti di cottura come la pentola a pressione, come mia nonna, lo cuoceva nel forno a temperatura bassa per oltre un'ora e mezza. Questo metodo permetteva di mantenere il dolce morbido e senza quei tipici "buchi" all'interno che si formano se la cottura è troppo veloce o se il calore è troppo elevato.
Sebbene la ricetta sia nata dalla necessità di usare ciò che era disponibile in cucina, il fior di latte è diventato un vero e proprio simbolo della cucina tradizionale bolognese, capace di conquistare anche i palati più esigenti con la sua semplicità. Oggi, pur potendo contare su una vasta gamma di ingredienti e tecniche moderne, questo dolce rimane un simbolo di autenticità e affetto.
Versare il latte con i semi di una bacca di vaniglia (o una bustina di vanillina) in un tegame dal fondo spesso, portarlo ad ebollizione e lasciarlo bollire fino a ridurlo della metà; spegnere il fuoco, aggiungere lo zucchero e mescolando farlo sciogliere.
Quando il latte sarà freddo, aggiungere le uova e infine l’amaretto.
Passare il tutto con un colino in uno stampo caramellato in questo modo.
Inizia mettendo lo zucchero e l'acqua in un pentolino dal fondo spesso. L'acqua aiuterà lo zucchero a sciogliersi uniformemente, mentre qualche goccia di succo di limone eviterà che il caramello cristallizzi troppo velocemente. Accendi il fuoco a fiamma media-bassa e lascia sciogliere lo zucchero lentamente. Evita di mescolare con un cucchiaio perché questo potrebbe causare la formazione di cristalli; se necessario, puoi scuotere delicatamente il pentolino. Continua a cuocere fino a che lo zucchero si trasforma in caramello, che avrà un bel colore dorato. Una volta che il caramello ha raggiunto il colore desiderato, versa immediatamente nello stampo e lascia raffreddare.
È importante non cuocere troppo il caramello, perché se diventa troppo scuro avrà un sapore amaro.
Cuocere a bagnomaria in pentola a pressione per 30 minuti da quando la pentola fischia, avendo cura di coprire lo stampo con alluminio per alimenti. Una volta trascorso questo tempo, sfiatare la pentola, aprirla e appena possibile scoprire lo stampo. Toglierlo dalla pentola e far raffreddare a temperatura ambiente.
Una volta raffreddato conservare in frigorifero fino al momento di capovolgerlo e servire a tavola.
La mia nonna, che non aveva la pentola a pressione, lo cuoceva a bagnomaria in forno a temperatura bassissima per circa un'ora e mezza e anche di più . Attenzione: non deve alzare il bollore altrimenti all'interno si formano dei buchi.