Il tortino di patate e tartufo è un piatto ricco e raffinato, perfetto per occasioni speciali o per portare un tocco di eleganza a una cena in famiglia. Questa ricetta mi è stata insegnata da una vecchietta, mia vicina di casa, e da allora è diventata uno dei miei piatti preferiti, tanto semplice quanto gustoso. La vera protagonista di questo tortino è la trifola, il tartufo bianco, che con il suo aroma intenso trasforma un piatto umile come le patate in un’autentica prelibatezza. Nella sua versione originale, la ricetta prevedeva anche l’uso del prosciutto cotto, ma ho deciso di ometterlo per mantenere il piatto più delicato e per lasciare che il sapore del tartufo fosse il vero protagonista.
La base di questa preparazione sono le patate, lessate al 75% per mantenere una consistenza soda, poi tagliate a fettine sottili e alternate a strati saporiti. Ogni strato del tortino è un’esplosione di sapori: le patate vengono arricchite dal tartufo tagliato a lamelle sottilissime, che sprigiona il suo profumo inconfondibile, e dalla mozzarella, che fonde in cottura creando una piacevole cremosità. Il parmigiano, grattugiato grosso, aggiunge una nota sapida e gratinata, mentre il burro, distribuito in fiocchetti, dona morbidezza e un tocco di doratura alla superficie del tortino.
Lo strato finale, che sigilla il tutto, è un omaggio alla semplicità: abbondanti fiocchi di burro e una generosa spolverata di parmigiano garantiscono una crosticina irresistibile dopo la cottura. Il tortino viene poi cotto in forno fino a quando non risulta ben dorato e fragrante, il che richiede circa 30-35 minuti. Il risultato è un piatto elegante, ma non eccessivamente complicato da preparare, capace di stupire i commensali con la sua armonia di sapori e la delicatezza della trifola. Servito caldo, magari con un calice di vino bianco aromatico, questo tortino di patate e tartufo è un’esperienza di gusto che celebra la ricchezza della cucina italiana.
La ricetta prevede l’uso del tartufo bianco, molto costoso, ma a noi ogni tanto ce ne regalano un po' i cercatori che vanno nella mia terra, in cui crescono abbastanza, per riconoscenza.
La ricetta prevedeva l’uso del prosciutto cotto, ma io l’ho tolto perché mi sembrava eccessivamente carico.